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Consumo del suolo: avanza inesorabile, si perdono circa 20 ettari al giorno
di ANTONIO OLIVA
Avanza inesorabile il consumo di suolo nel nostro Paese: nell’ultimo anno le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 72,5 km2, con una media quindi di circa 20 ettari al giorno.
È quanto emerge dal Rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) dal titolo “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i comuni italiani relative al 2023. Ad accompagnare il report l’EcoAtlante il quale, oltre a rappresentare un vero e proprio viaggio nell’ambiente italiano, consente di consultare e scaricare le mappe dettagliate del consumo di suolo e di personalizzarle in base alle proprie esigenze.
Il fenomeno del consumo del suolo rimane dunque elevato, anche se si è registrata una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali, poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere.
Nella sintesi del Rapporto SNPA, curata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si legge che la perdita dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo non è solo un problema ambientale, ma anche economico: nel 2023 la riduzione dell’effetto spugna, ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, secondo le stime, costa al Paese oltre 400 milioni di euro all’anno. Un caro suolo che si affianca agli altri costi causati dalla perdita dei servizi ecosistemici dovuti alla diminuzione della qualità dell’habitat, alla perdita della produzione agricola, allo stoccaggio di carbonio o alla regolazione del clima.
Nell’analisi delle cause del consumo del suolo, dai dati del Rapporto emerge che, a livello nazionale, risultano occupati da impianti fotovoltaici a terra circa 17.907 ettari. La distribuzione dei pannelli fotovoltaici installati a terra a livello regionale è eterogenea, con un massimo in Puglia (con 6.130 ettari, circa il 34% di tutti gli impianti nazionali), seguita da Emilia-Romagna (1.707) e Lazio (1.596). Le regioni su cui risulta installato il numero più basso di impianti a terra sono il Trentino Alto Adige (11 ettari), la Valle d’Aosta (1,3) e la Liguria (0,2).
Tra il 2022 e il 2023 sono stati rilevati 421 ettari di consumo di suolo associato a nuovi impianti fotovoltaici a terra, in forte aumento rispetto ai 265 ettari mappati nel 2022 e ai 76 del 2021. Le regioni in cui nell’ultimo anno si è destinato più territorio al fotovoltaico a terra sono Veneto (75,9 ettari), Piemonte (63,9) e Sicilia (55).
Dal Rapporto emergono poi dati molto interessanti sulle caratteristiche del consumo del suolo nel nostro Paese. In particolare, nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2, dei quali l’88% su suolo utile. In aumento la cancellazione del suolo ormai irreversibile, con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km2 in più rispetto all’anno precedente. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97 ettari). In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi.
Anche i dati a livello regionale e comunale forniscono una fotografia territoriale dove emergono consistenti diversificazioni e specifiche situazioni.
A livello regionale, la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28). Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521).
A livello comunale, invece, per la prima volta Roma (+71 ettari) registra una significativa riduzione dell’incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+124 ettari), ma si conferma tra i comuni con il consumo di suolo più alto, tenuto conto che si tratta del comune con la maggiore superficie in Italia.
Nel Rapporto si legge infine che, nel 2023, la logistica ricopre altri 504 ettari in un solo anno, una crescita attribuibile principalmente all’espansione dell’indotto produttivo e industriale (63%), mentre la grande distribuzione e le strutture legate all’e-commerce contribuiscono rispettivamente per il 20% e il 17%. Il fenomeno si concentra prevalentemente nelle regioni del Nord Italia, con un massimo di superfici consumate in Emilia-Romagna (101 ettari), Piemonte (91) e Veneto (80).
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