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Bilancio dell’Ue: la PAC centrale per
garantire stabilità al settore primario
di ANTONIO OLIVA
Entra nel vivo il dibattito europeo sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’Ue per il periodo 2028/2034, che fissa i massimali di spesa per i diversi settori strategici.
Il Parlamento europeo ha infatti adottato, il 7 maggio scorso, una risoluzione che definisce la visione di Strasburgo per il prossimo bilancio dell’Ue a lungo termine che partirà il 1° gennaio 2028 e si applicherà quindi per un periodo di sette anni.
Nel testo, non legislativo, approvato con 317 voti a favore, 206 contrari e 123 astensioni, i Deputati chiedono un Quadro Finanziario Pluriennale significativamente più ambizioso, in grado di rispondere alle crescenti aspettative dei cittadini europei in un contesto globale instabile.
Per l’Europarlamento il tetto di spesa attuale, pari all’1% del Reddito Nazionale Lordo (RNL) dell’Ue-27, non è sufficiente ad affrontare il crescente numero di crisi e sfide: contesto economico e sociale difficile, divario di competitività e peggioramento della crisi climatica e della biodiversità.
In particolare, la posizione espressa dall’Aula contro la proposta della Commissione europea per un fondo unico che potrebbe compromettere il futuro della Politica Agricola Comune (PAC) rappresenta un segnale importante in linea con la tutela del settore primario.
A tale proposito, occorre evidenziare che sono stati approvati due emendamenti fondamentali per il settore agricolo con cui gli Europarlamentari non solo hanno bocciato la proposta del fondo unico ma hanno anche chiesto un bilancio agricolo rafforzato.
Per il mondo agricolo, in un momento in cui la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese agricole europee sono al centro del dibattito politico, la PAC deve restare una politica europea forte, ben finanziata e non frammentata in strumenti nazionali che rischiano di generare squilibri tra gli Stati membri.
Il Parlamento europeo respinge quindi l’idea della Commissione di replicare il modello del dispositivo per la ripresa e la resilienza basato su “un piano nazionale per Stato membro” e chiede invece una struttura che garantisca trasparenza, scrutinio parlamentare e il coinvolgimento delle autorità regionali e locali, nonché di tutti gli attori coinvolti. Nella risoluzione, si riafferma inoltre il ruolo fondamentale della politica di coesione nel rafforzare il mercato unico, ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà.
I Deputati reputano inadeguata la proposta di un “fondo per la competitività” che accorperebbe vari programmi esistenti e, nel contempo, chiedono la creazione di un nuovo fondo mirato che permetta di mobilitare investimenti pubblici e privati attraverso meccanismi di condivisione dei rischi sostenuti dall’Ue. Inoltre i Parlamentari, pur ritenendo necessario un aumento della spesa per la difesa, avvertono che ciò non deve compromettere le politiche sociali, ambientali e gli impegni storici dell’Ue.
Per Strasburgo, il prossimo bilancio a lungo termine deve ridurre gli oneri burocratici superflui per i beneficiari senza però aumentare i margini di manovra della Commissione a scapito del controllo democratico del Parlamento. Sostanzialmente quindi, viene chiesto un bilancio semplificato, ma anche più trasparente.
Nella risoluzione è stata evidenziata la necessità di una maggiore flessibilità nella spesa: ogni settore strategico dovrà includere meccanismi di risposta alle crisi e gli aiuti umanitari dovranno essere adeguatamente tutelati da possibili tagli. Secondo i Deputati, il prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue dovrebbe includere due strumenti speciali: uno per gli aiuti in caso di catastrofi e uno per affrontare sfide impreviste.
I Deputati infine chiedono che il rimborso del debito per NextGenerationEU non comprometta i finanziamenti per le principali priorità dell’Ue in quanto ritengono necessaria una chiara separazione tra il rimborso del debito e la spesa per i programmi.
L’Aula esorta il Consiglio ad introdurre nuove fonti di entrate, nell’ottica che il ricorso al debito congiunto è considerato uno strumento valido per affrontare crisi comuni a livello dell’Unione, come quelle negli ambiti di sicurezza e difesa.
“Vogliamo che il prossimo bilancio a lungo termine sia attrezzato per affrontare le sfide attuali, aiutando l’Europa a reagire rapidamente alle crisi, proteggere meglio i suoi cittadini e costruire un’Unione più forte e competitiva”, ha dichiarato il Parlamentare europeo e correlatore, Siegfried Mureşan.
“Vogliamo anche garantire – ha aggiunto – un sostegno adeguato alle nostre priorità a lungo termine, come la politica agricola e di coesione”.
Per l’Eurodeputato e correlatore Carla Tavares le persone e i territori devono essere al centro del prossimo quadro finanziario pluriennale ed è necessario garantire che l’Ue sia in grado di rispondere ai bisogni dei suoi cittadini.
“Servono investimenti importanti – ha precisato Carla Tavares – per rafforzare l’autonomia strategica, la resilienza economica e gli obiettivi verdi, senza lasciare indietro nessuno”.
Occorre infine ricordare che il bilancio a lungo termine dell’Ue attuale scade il 31 dicembre 2027 e che le priorità del Parlamento europeo confluiranno nella proposta della Commissione sul prossimo quadro finanziario che, a luglio 2025, dovrebbe essere formalizzata nella sua versione aggiornata.
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