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Proprietà Fondiaria europea: focus su
temi del mondo rurale e sfide future
di ANTONIO OLIVA
La European Landowners’ Organization (ELO), l’Organizzazione europea dei proprietari rurali con sede a Bruxelles, alla quale la Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria aderisce, in occasione della recente Assemblea che si è tenuta a Copenhagen, ha presentato al Governo danese le priorità dell’Organizzazione sui grandi temi del mondo rurale e sulle sfide future. La Danimarca infatti con il prossimo 1° luglio assumerà la Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Ue.
Nel documento presentato alla futura Presidenza danese, si parte dalla considerazione che le zone rurali europee coprono oltre l’80% del territorio dell’Ue e ospitano il 30% della popolazione. In particolare, nel dossier vengono affrontati i seguenti aspetti: bilancio a lungo termine dell’Ue, che deve sostenere una PAC forte e stabile; potenziale della terra per la crescita verde e la decarbonizzazione; visione per l’agricoltura e l’alimentazione e “cassetta degli attrezzi” dei gestori del territorio.
Tra le priorità presentate dalla Proprietà Fondiaria europea spiccano anche le seguenti questioni: gestione delle risorse naturali in relazione anche ai cambiamenti climatici; incentivi per il ripristino della natura e degli altri obiettivi in materia di biodiversità; forestazione per un settore dinamico, diversificato e multifunzionale e aree rurali al passo coi tempi e a prova di futuro.
Le priorità della ELO: dalla gestione del territorio al diritto di proprietà
Il documento entra quindi nello specifico sintetizzando la visione della nostra Organizzazione europea sulle priorità presentate e che saranno frutto di profonde riflessioni anche all’interno delle singole realtà della proprietà fondiaria dei 27 Stati membri dell’Ue e, tra questi, sicuramente anche la nostra Federazione.
Per quanto riguarda il bilancio a lungo termine dell’Ue, viene evidenziato che le risorse assegnate dovranno sostenere una Politica Agricola Comune (PAC) forte e stabile. Vengono sottolineati i pericoli associati all’idea di un Piano unico nel bilancio pluriennale dell’Ue 2028-2034 e si sostiene la necessità di una PAC strutturata, con bilancio adeguato, per garantire un settore agricolo competitivo e per sostenere le zone rurali.
Nel merito poi della crescita verde e della decarbonizzazione, la ELO evidenzia la necessità di promuovere la bioeconomia e di investire in iniziative che possano rappresentare una importante opportunità, se adeguatamente progettate e sostenute.
Allungando poi lo sguardo verso la visione per l’agricoltura e l’alimentazione, nel documento viene evidenziata l’importanza della terra nella produzione alimentare, affrontando la necessità di reciprocità negli accordi commerciali e di un’attuazione più efficace delle norme sulle pratiche commerciali sleali.
Sostanzialmente, viene ribadita l’importanza di un rinnovato impegno a favore di un quadro per sistemi alimentari sostenibili che supporti gli agricoltori, rafforzi la resilienza e garantisca la capacità di produzione alimentare dell’Europa.
Altro aspetto affrontato è la cosiddetta “cassetta degli attrezzi” dei gestori del territorio, dove viene evidenziato che la proposta sulle “Nuove Tecniche Genomiche” (NGT) si concentra su soluzioni concrete piuttosto che su restrizioni e può permettere di potenziare il sistema alimentare europeo. Anche un maggiore uso di agenti di biocontrollo, che sono generalmente considerati più sostenibili di molti prodotti chimici fitosanitari, potrebbe migliorare la gamma di strumenti degli agricoltori, ma è necessario svilupparne la conoscenza e la relativa diffusione.
Nell’ambito della gestione delle risorse naturali, la ELO sostiene l’importanza dell’adattamento ai cambiamenti climatici e del miglioramento dell’efficienza nella gestione delle risorse naturali, in particolare quando gli eventi meteorologici estremi diventano più ricorrenti.
Viene auspicato fortemente che la prossima “Strategia dell’Ue per la resilienza idrica” e il “Piano di adattamento ai cambiamenti climatici” affrontino con più incisività gli impatti dei cambiamenti climatici sui nostri ecosistemi, con una gestione attiva del territorio e in stretto rapporto con l’ambiente e la natura.
L’importanza degli incentivi per il ripristino della natura e di altri obiettivi in materia di biodiversità rimane al centro dell’attenzione del documento, dove si sostiene che il regolamento sul ripristino della natura e l’espansione delle aree protette amplificano le pressioni sul territorio agricolo. Poiché la maggior parte dei terreni è di proprietà privata, il raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di natura richiede solidi partenariati con i proprietari terrieri, basati su incentivi finanziari e a lungo termine.
Ampio spazio del documento è dedicato al settore forestale europeo, dove viene evidenziato che le numerose normative del settore non tengono conto con la dovuta attenzione della diversità e delle specificità locali.
Occorre poi esaminare attentamente la legge sul monitoraggio forestale, che presenta delle criticità in quanto non definisce chiaramente alcuni aspetti relativi alla raccolta dei dati e quindi necessita di essere riformulata. Anche il regolamento sulla deforestazione appare molto restrittivo e necessita quindi di una discussione più ampia a partire dalla sua attuazione.
Sviluppo delle zone rurali anche per le generazioni future
Nel documento vengono riconosciute le principali sfide delle zone rurali europee e viene sottolineata la diversità delle imprese rurali, ambiti che spesso vedono ostacolate le opportunità di modernizzazione e vengono messi in discussione gli stessi diritti di proprietà.
In tale contesto, viene affrontata anche la questione degli sviluppi della digitalizzazione, come la raccolta di dati satellitari e l’intelligenza artificiale, che rappresentano strumenti utili e innovativi ma necessitano di adeguate strategie per la gestione del territorio, in un rapporto che privilegi gli indennizzi piuttosto che i controlli.
Da qui nasce la considerazione che in Europa esistono diversi tipi e strutture di imprese rurali: i principi fondamentali alla base di queste imprese sono la sicurezza dei diritti di proprietà privata e la gestione intergenerazionale.
A livello europeo, occorre porre attenzione alle diverse dimensioni e alle strutture giuridiche e gestionali di queste imprese. L’agricoltura europea infatti comprende un’ampia varietà di tipi di agricoltura, siano essi intensivi, convenzionali o biologici.
Secondo la ELO, qualunque sia il tipo o le dimensioni delle imprese agricole, è importante promuovere l’intensificazione sostenibile dell’agricoltura europea, nonché mantenere le imprese rurali competitive e rispettose dell’ambiente. Se si vuole ottimizzare poi l’uso del suolo, è necessario migliorare la resa delle colture e molte aziende agricole devono essere modernizzate e ristrutturate. Parallelamente, la diversificazione e la multifunzionalità stanno diventando sempre più importanti per gli imprenditori rurali e la regolamentazione europea dovrebbe sostenere tali iniziative, evitando restrizioni non basate su evidenze scientifiche.
La diversità del paesaggio, della cultura e del patrimonio è una delle caratteristiche più distintive dell’Europa: sono la parte centrale della identità e del potenziale economico europeo.
Per favorire un concreto e armonico sviluppo del mondo rurale, bisogna analizzare le attuali criticità per individuare adeguate soluzioni che possano rappresentare un volano di sviluppo per queste aree. La ELO, tra le criticità, segnala con molta attenzione gli aspetti economici, sociali e ambientali che frenano la “vitalità rurale” e tra questi sicuramente vanno evidenziate: precarietà occupazionale, scarsità di servizi, calo demografico, inadeguata attenzione da parte delle Istituzioni. Senza dimenticare che si è in presenza di un tessuto sociale tutto da ricostruire dopo il grande esodo.
Pertanto, l’Organizzazione europea dei proprietari terrieri accoglie con soddisfazione la visione della Commissione Ue per il futuro delle zone rurali entro il 2040 e gli sforzi per delineare un percorso virtuoso che permetta di raggiungere tali ambiziosi obiettivi.
L’Ue deve sostenere una Politica Agricola Comune forte e stabile
La ELO nel documento consegnato alla prossima Presidenza danese dell’Ue ha affrontato in modo approfondito un aspetto che rappresenta di fatto una questione centrale che l’Unione europea deve affrontare nell’ambito della sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Tale aspetto è riconducibile alla Politica Agricola Comune post-2027: la PAC ha infatti da tempo plasmato l’agricoltura, i paesaggi e le zone rurali dell’Europa, incoraggiando un’agricoltura redditizia, una gestione sana delle risorse naturali e uno sviluppo territoriale equilibrato.
Il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dopo il 2027 deve quindi garantire che la PAC rimanga solida, adeguatamente finanziata e in grado di rispondere alle sfide in continua evoluzione che l’agricoltura e le comunità rurali devono affrontare. Ciò è particolarmente importante se si considera che l’agricoltura e la pesca sono gli unici settori regolamentati a livello dell’Ue, come indicato nel Trattato, e che la responsabilità storica dell’Ue deve essere analizzata con attenzione.
Il bilancio della PAC è già stato ridotto in termini reali nel corso dell’attuale quadro finanziario, anche se gli agricoltori devono far fronte a crescenti pressioni sul reddito e a numerose esigenze normative. Queste sfide non potranno che intensificarsi a causa dell’inflazione, dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e dell’instabilità geopolitica.
L’Organizzazione dei proprietari europei esprime quindi profonda preoccupazione per l’idea emergente di fondere la PAC con altri programmi nell’ambito di un cosiddetto modello di “piano unico” o “fondo unico”. Questa visione rischia infatti di minare l’integrità e la coerenza della PAC, che dal 1962 è una politica dell’Ue distinta e basata sui trattati.
Sostanzialmente quindi, la ELO è favorevole a mantenere la PAC al di fuori di qualsiasi modello di “fondo unico” proposto e esprime la disponibilità a contribuire al dibattito in corso per la realizzazione di riforme che rafforzino la sinergia tra i due pilastri della PAC, in particolare laddove sono allineati nell’ambito degli attuali piani strategici.
Tuttavia, ciò non deve compromettere l’aspetto del cofinanziamento del secondo pilastro, (sviluppo rurale), che rappresenta uno strumento essenziale per la valorizzazione delle aree rurali.
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