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Giovani, l’Ue sostiene il ricambio
generazionale in agricoltura
di ANTONIO OLIVA
Raddoppiare la quota di giovani agricoltori nell’Ue entro il 2040 con l’obiettivo che i giovani e i nuovi agricoltori rappresentino circa il 24% degli agricoltori europei: in quest’ottica la Commissione europea ha presentato di recente una “strategia per il ricambio generazionale in agricoltura”, che definisce una chiara tabella di marcia per sostenere i giovani agricoltori e attirare un maggior numero di persone nel settore agricolo.
A tal fine, la Commissione raccomanda agli Stati membri, in particolare a quelli che non l’hanno ancora fatto, di investire almeno il 6% della loro spesa agricola in misure di promozione del ricambio generazionale, con la possibilità di mobilitare ulteriori risorse. La strategia comprende anche lo sviluppo di interventi nazionali per il ricambio generazionale in agricoltura entro il 2028, con cui gli Stati membri affronteranno gli ostacoli esistenti e definiranno misure di sostegno mirate, sulla base delle raccomandazioni della Commissione. Gli Stati dovranno presentare periodicamente relazioni sui progressi compiuti. Nel complesso, queste iniziative garantiranno la sostenibilità, la resilienza e l’attrattività del settore agricolo per il futuro.
Bruxelles parte dalla considerazione che i giovani agricoltori sono fondamentali per la sicurezza alimentare dell’Ue e la vivacità delle sue zone rurali e, per far sì che l’agricoltura continui a essere resiliente e attraente, i giovani devono disporre delle condizioni adatte per costruirsi una vita e una carriera nelle zone rurali e avere non solo il diritto, ma anche il desiderio di rimanervi. Il settore però deve far fronte a forti pressioni: l’invecchiamento della forza lavoro, il calo della popolazione rurale e le sfide economiche e ambientali. L’accesso alla terra, il credito a prezzi accessibili, la diminuzione dei redditi e la mancanza di competenze adeguate scoraggiano i nuovi operatori, mentre la successione continua a essere difficile a causa di ostacoli amministrativi e finanziari. Per la Commissione europea, affrontare questi problemi rappresenta una necessità strategica e una responsabilità sociale da condividere a livello di Stati membri.
“La nostra sicurezza alimentare e il futuro delle nostre comunità rurali dipendono dalla prossima generazione”, ha sostenuto Christophe Hansen, Commissario per l’Agricoltura e l’alimentazione.
“Vogliamo – ha aggiunto – che tutti i giovani che sognano di lavorare nell’agricoltura vedano in questa strada un futuro concreto, con meno ostacoli e un maggiore sostegno”.
Ed è per questo motivo che Bruxelles chiede a ciascuno Stato membro di agire anche con strategie nazionali concrete e investimenti reali.
“È necessario – ha concluso Christophe Hansen – abbattere le barriere e creare opportunità per garantire che l’agricoltura rimanga una scelta professionale sostenibile e allettante”.
In particolare, la strategia mira a sostenere e preparare la prossima generazione di agricoltori dell’Ue. Riconosce che i giovani agricoltori si trovano davanti a sfide specifiche che devono essere affrontate con azioni mirate a livello europeo, nazionale e regionale.
A tal fine, la strategia individua cinque leve d’azione principali: accesso alla terra, finanziamenti, competenze, tenore di vita equo nelle zone rurali e sostegno alla successione. Per ciascuna leva sono previste iniziative faro mirate, tra le quali la proposta di un “pacchetto di avvio” obbligatorio per i giovani agricoltori nella prossima Politica Agricola Comune (PAC) per agevolare il loro ingresso e insediamento nel settore attraverso una serie completa di interventi, compresa una somma forfettaria fino a 300 mila euro per l’insediamento.
È prevista anche una migliore ripartizione dei fondi a favore dei giovani agricoltori e la collaborazione con la Banca europea per gli Investimenti (BEI) per sviluppare regimi di garanzia e/o contributi in conto interessi per facilitare l’accesso ai finanziamenti.
In primo piano anche l’invito ai giovani agricoltori a partecipare al programma Erasmus per giovani imprenditori, affinché possano imparare le buone pratiche agricole all’estero o diversificare il loro reddito imparando da altri settori. Spiccano poi la promozione di buone condizioni di vita nelle zone rurali e nel contempo il sostegno allo sviluppo locale e al coinvolgimento dei giovani e delle donne e il cofinanziamento di servizi di sostituzione nelle aziende agricole in caso di malattia, ferie o prestazione di assistenza degli agricoltori per migliorare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata.
La Commissione europea spiega che la strategia è progettata per essere attuata a diversi livelli interconnessi: mediante la PAC attuale e futura, le politiche complementari dell’Ue, le azioni guidate dai Paesi dell’Ue in settori quali l’accesso ai terreni, la fiscalità, l’istruzione e le pensioni e le iniziative dei portatori di interessi.
Il settore agricolo in Europa invecchia più rapidamente di altri settori: attualmente l’età media di un agricoltore nell’Ue è di 57 anni. Solo il 12% degli agricoltori ha meno di 40 anni e rientra quindi nella categoria dei giovani agricoltori. Tale squilibrio, per l’Europa, rappresenta un rischio nell’ambito della sicurezza alimentare a lungo termine, dell’autonomia strategica dell’Ue nella produzione alimentare e della sostenibilità del panorama agricolo europeo.
Anche il numero di giovani che vivono nelle zone rurali si sta riducendo: tra il 2013 e il 2019 il numero di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che vivevano nelle zone rurali è sceso da 3,6 milioni a 1,9 milioni, mentre il numero di quelli di età compresa tra i 25 e i 29 anni è diminuito da 6,9 milioni a 5,9 milioni.
Bruxelles evidenzia infine che, anche se un numero elevato di agricoltori più anziani è proprietario della terra, le generazioni più giovani ricorrono spesso all’affittanza agraria: gestiscono infatti circa 15 milioni di ettari in affitto a fronte di 10 milioni di ettari in proprietà.
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